venerdì 26 novembre 2010

R.E.M. - Chronic town



Punk dopo di te

Nei primi anni ottanta,in pieno post-punk, quattro giovani studenti di Athens(Ga),Michael Stipe, Mike Mills, Peter Buck, Bill Berry, influenzati dalle sonorità proto-punk di Velvet Underground e Patti Smith, decidono di seguire le orme dei loro beniamini.Tutto è possibile, gli “ingredienti” sono più semplici di quanto si possa pensare: una chitarrista, un batterista, un bassista e un cantante.C’è bisogno di altro? Se ce l’hanno fatto i rozzi germs, privi di una adeguata preparazione tecnica, tutti ce la possono fare, basta sanguinare(we must bleed), dare se stessi per il sacro calice rock’n'roll. Nel 1982 i R.E.M. pubblicano il primo Ep, Chronic town, mai esordio fu più felice.Ogni canzone è un piccola perla da custodire gelosamente.L’animo della band è maledettamente punk, anche se le sonorità delle cinque canzoni contenute nell’ep si rifanno al pop-rock anni sessanta, ispirandosi al suono jingle-jangle dei Byrds.Ma allora perché definirli punk?L’attitudine di Stipe è punk, Michael, non canta, sarebbe banale, mormora, sussurra. Parole solo parole, dette non dette,che importa.Le danze iniziano con Wolves,lower, una filastrocca moderna non-sense.I lupi cattivi,forse il music business malato di soldi, devono stare in basso, lontani dalla casa del rock, “house in order”, come ripete ossessivamente nel ritornello la seconda voce Mills.La caccia abbia inizio, la chitarra di Buck è in perfetta forma, scintillante, brilla come una luce in profonda notte(gardening at night), anche se è buio non c’è motivo di perdersi, il ritmo è scandito dalla bussola di Berry. La batteria, sempre in primo piano,ci accompagna, guida, fino all’infinito,per un milione d’anni(1,000,000),la speranza è l’ultima a morire, la vita è una caccia al tesoro.La strada è oscura, piena di insidie,segreti,misteri,nelle mani del destino (Carnival of sorts). E’difficile cogliere un messaggio nel labirinto di frasi non-sense ripetute ossessivamente da Stipe, come se fosse impossessato da uno spirito,un po’ come i bambini piccoli che si rotolano per terra,nel fango, urlano, corrono, sbraitano per casa per la gioia dei genitori.E’ Solo uno scherzo, non l’avete capito, la canzone di chiusura è aperta da un risata beffarda. Stipe, tra serio e faceto, ripete la frase”We will stumble through the yard”,inciamperemo nel cortile.Una filastrocca per bambini in chiave rock.La festa abbia inizio!

La trovate anche su R.E.M. Italia e su Distorsioni :

 

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Stupendo! Assieme al primo full-lenght MURMUR, secondo me, il meglio in assoluto dei R.E.M. , che pur avendo sfornato durante la loro lunga carriera altri ottimi lavori [su tutti "RECKONING", "FABLES OF RECONSTRUCTION", il bistrattato "MONSTER" e "NEW ADVENTURES IN HI-FI", che sarà il loro canto del cigno a livello di qualità] mai più raggiungeranno tali vette di ispirazione, freschezza, e poesia naive. Blog bellissimo! Dar.

Overthewall91 ha detto...

Grazie Dar. :).