lunedì 31 gennaio 2011

A Day With Grizzly Bear

Grizzly bear

I Grizzly Bear, gruppo indie rock Newyorkese, formatosi nel 2004, è dedito a un mix folk lo-fi, connubio tra armonie vocali, chitarre folkeggianti, ghirigori  elettronici atemporali,ideati al computer, oltre il passato e il futuro. Il gruppo ,arguto sperimentatore di una fantasia sonora utopica, è sempre alla ricerca di nuovi emisferi compositivi. Una vera e propria attitudine esplorativa ,chiamata in causa dallo stesso gruppo, in particolare dal bassista del gruppo Christopher Taylor, fulgido inventore della più che mai ambiziosa espressione“creating landscapes” : l’arte di immaginare paesaggi attraverso il sognante linguaggio delle note.


La magica avventura musicale dei Grizzly bear inizia, sette anni fa, nella accogliente cameretta del “diabolico”Ed Droste.Con l’animo del bambino curioso ,spensierato ,per diletto e per gioco , Droste comincia a sperimentare con i “giocattoli” del suono nello scantinato di casa per lasciare a bocca aperta gli amici increduli al potere incantevole della musica. Fin da subito il disco riscuote  grande successo tra la combriccola di compagni di Droste, ma ben presto  sarà la grande mela intera a gridare al miracolo. Nell’impervio percorso verso il successo si unisce a Droste il valoroso compagno di avventura, Christopher Bear(batterista,cantante),partecipe durante la fase di  arrangiamento pre-pubblicazione del disco “Horn of Plenty”(2004). Lo scherzo di un pomeriggio diventa così un album in carne e ossa ,prodotto dalla case discografica Kanine Records. Uscito “Horn of Plenty”,riscontra immediatamente un favorevole riscontro da parte del pubblico indie. Si fa dunque impellente la necessità di andare in tour, per l’occasione la line-up viene impreziosita da due nuovi componenti: Daniel Rossen (cantante, chitarrista, compositore), Christopher Taylor(cantante, bassista ,clarinettista). Dopo sei mesi di tour itinerante, rifugiatosi nella casa di infanzia di Droste in Massachuttes, il gruppo inizia a lavorare sul fatidico secondo album “Yellow House”(2006). Il nuovo parto, frutto della eccentrica produzione di Taylor,  pur non traducendosi in un successo di pubblico, è ben apprezzato dalla stampa specializzata. Non potrebbe essere altrimenti, i Grizzly Bear sono nel posto giusto al momento giusto, nel periodo di stanca del british revival new wave di moda a New York (The Strokes,The Bravery, Interpol), entrano furtivamente in scena quasi in modo surreale, straniante, imbracciando chitarre acustiche, tremendamente anti-alternative-rock, sognando  atmosfere pop psichedeliche sixties e intonando in un attimo di lucida follia leggiadri vocalismi. I tours con i Tv on the Radio(2006), Feist (2007), Radiohead (2008) e la pubblicazione del terzo disco Veckatimest (2009),  gloriosa evoluzione melodica verso il pop orchestrale, permettono ai Grizzly Bear di entrare a pieno titolo nel paradiso terrestre della armonia sonora.


Line-up: 
Ed Droste (voce, chitarra,tastiere)
Daniel Rossen (voce, chitarra, tastiere)
Christopher Taylor ( basso,voce di accompagnamento , produttore)
Christopher Bear (batteria e voce di accompagnamento)

Discografia:

Ep
Sorry For The Delay(2006)


Friend(2007)

Album

Horn of Plenty(2004)

Yellow House(2006)






Veckamitest(2009)
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mercoledì 26 gennaio 2011

Pillola dall'underground italiano pt.4.


Birdmen Of Alkatraz 


Dall'alto della torre di Pisa,guardare il tramonto,pensare al tempo che passa inesorabilmente, rituffarsi nel mare del passato, nel suono sporco garage-punk psichedelico italiano. Riascoltarsi i Birdmen of Alkatraz, gruppo revival sixties pisano attivo negli anni ottanta, suona sempre attuale. Sono trascorsi anni dall'uscita di "From the bird cage"(1989), ma non si sente affatto, potrebbe benissimo essere uscito nel 2011. Le pagine del libro della memoria sono  ingiallite, ma non sbiadite.Le schitarrate scorrono sgargianti, vivide,fluide,non raggrumate dall'oblio nelle vene degli amanti del rock'n'roll. Semmai la febbre garage non è stata trasmessa ai non infetti. Ed è davvero un peccato mortale, con questo post spero da bravo batterio  di aver instillato il virus della curiosità nelle  menti ignoranti. Rock on!


Discografia:
EP
"Glidin' Off"(1987)
Album
"From the bird cage"(1989)
Compilation
"Battle of the Garages, Vol. IV: Tomorrow the World"(1986)
" Eighties Colours"(1986)

martedì 25 gennaio 2011

Pillola dall'underground italiano pt.3

Sorella Maldestra

Sorella Maldestra,punk band piemontese,nata sulla fine degli anni settanta,agli albori degli anni ottanta,ma che si è riunita un annetto fa(nel 2010) dopo ben trent'anni di inattività. Il nome del gruppo vercellese fa inequivocabilmente pensare a un gruppo demenziale in stile Skiantos. Ma limitarsi alle liriche non-sense ,all'attitudine distruttiva,irriverente,nichilista,a tratti consapevolmente menefreghista,sarebbe stupidamente riduttivo.La sorella maldestra è un pezzo di storia,tra i primi gruppi punk non di pezza,non gonfiabili a gusto e piacimento della casa discografica.Paradossalmente la deficienza ,il non-prendersi seriamente è la loro forza.Imbattibili nel dolce far niente e tutto on stage.Distruggere il palco,la strumentazione e se stessi.Il nulla,il vuoto diventano protagonisti.Le orecchie fischiano,stanno parlando male di noi,noi uomini immobili,mummificati,parodia del paradosso,sempre uguali, chissà  più cretini degli idioti.Siam colti,ossia banali contenitori di notizie.Credo sia follemente salutare occasionalmente lasciarsi travolgere dalla lucida scemenza!

lunedì 24 gennaio 2011

Scusa mamma,ho rotto il mandolino! pt.2

Il percorso continua tra viaggi allucinogeni e insegne pubblicitarie.

  • Fantom's-Le insegne pubblicitarie
Fantom's,beat band torinese,influenzata dal rock psichedelico,attiva tra il 1965 e il 1971.




  • Gli Astrali-Viaggio Allucinogeno

Gli Astrali,band beat psichedelica concittadina dei Fantom's.Cresciuti nell'ambiente underground e controculturale legato a riviste come "Pianeta fresco",gli astrali non si pongono limiti,regole,amano stupire il pubblico,presentandosi sul palco senza vestiti,con corpi cosparsi di terra o decorati da foglie secche,o semplicemente con abiti di cartone pressato e catrame. Nel periodo di attività(1967-1968) non pubblicano nessun disco.Le registrazioni dell'epoca,recuperate dall'etichetta Destination x,vengono  pubblicate soltanto nel 1995 sul vinile "Viaggio allucinogeno".

Scusa mamma, ho rotto il mandolino!

Memore del  precedente post "Figli di un dio minore?", mi sono proposta di raccogliere una serie di brani, espressione più che mai lampante della potenza del rock italiano.



-Blue Phantom-Diodo

Blue Phantom, prog band, dietro cui si cela il maestro abruzzese Armando Sciascia. La discografia di questa oscura one-man band fu molto breve, il disco di debutto "Distortions", pubblicato nel 1971 su etichetta Spider, non ebbe mai un successore.



Nerorgamo - Fuochi opposti
Nerorgarsmo, hardcore-punk band torinese, formatasi dalle ceneri dei Blue Vomit e attiva tra il 1983-1987.







-Negazione-Diritto contro un muro

Negazione, hardcore-punk band torinese (come i sopracitati Nerorgarsmo), muove i suoi passi negli anni ottanta per poi esplodere (a livello undergound) nei primi anni novanta e sciogliersi nel 1992 dopo aver partecipato nel 1991 al "Monsters of rock , condividendo il palco con Metallica, AC/DC, The Black Crowes.



-Ufomammut-Braindrome
Ufomammut, band psychedelic metal piemontese, formatasi nel 1999, continua ancora oggi a farvi sanguinare le orecchie.

Jacula-Triumphatus Sad


Jacula, progetto musicale progressive dalle forti venature hard-rock, fondato a Milano da Antonio Bartoccetti nel 1968.



To be continued...

sabato 22 gennaio 2011

Figli di un Dio minore?

Siamo tutti figli dello stesso Dio?  O qualcuno è figlio di un Dio di minore? Non è un discorso teologico, sto solo vaneggiando,stufa di sentire le solite frasi: sulla questione"musica in italia: "Se fossero nati in Inghilterra, se avessero un cugino americano,se non avessero paura dell'aereo ecc...". Sia chiaro, non metto in dubbio che un gruppo rock emergente italiano debba affrontare innumerevoli difficoltà, indubbiamente parte svantaggiato, però sono semplicemente annoiata dai soliti,banali,qualunquisti paragoni con la scena inglese o americana.Io stessa considero la Gran Bretagna, patria indiscussa dei più disparati generi musicali (punk, new wave, heavy-metal, shoegaze), ma non tutte le band britanniche sono ahimè dono della divina provvidenza, ogni ora si formano tanti (le dita delle mani e dei piedi messe insieme non bastano) gruppi indie snob-fighetti, "facebookizzati", inutili, assetati, affamati di soldi, donne, successo, droga ,alcol" Sex,drugs and ...". Ordunque disprezzo la sordità cronica di chi afferma ciecamente l'inferiorità della musica italiana. Rimango, come dire,  attonita.

Piccolo aneddoto illuminante "La grande truffa del rock'n'roll": Nel 1971 I capsicum red, beat band italiana, viene presentata come straniera. Inevitabilmente il loro primo 45 giri "Ocean" ottiene grande successo. Alcune riviste dell'epoca millantano addirittura che sia nei primi posti delle classifiche britanniche. Mi raccomando controllate le "etichette" e diffidate delle imitazioni.

venerdì 21 gennaio 2011

The margin of sanity

Dopo giorni, settimane, anni passati ad ascoltare beat italiano, decido di esplorare nuovi orizzonti, di perdermi in nuove frontiere sonore. Scelgo pazzamente di dare un ascolto furtivo al beat tedesco, svedese, greco, inglese. Un gruppo, fra i tanti che hanno violentato, torturato dolcemente, alacremente le mie orecchie, allieta il mio umore, sempre dannatamente triste. Non è un band americana psichedelica della prima ora, ma un gruppo revival garage- beat eighties londinese: i The Margin of sanity, monicker dell'Hertfordshire (contea dell'Inghilterra orientale), attivo tra il 1985-1987, pubblica solo un mini-album dal titolo omonimo. L'apertura del disco, un trionfo psichedelico, in grande stile, conquista  le mie papille uditive. Dalla psichedelia al punk,il passo è breve, dalla jam elettriche di "When I needed you" e "Get when I can",ci si ritrova tra capo e collo l'irruenza, strafottenza giovanile  per le disfatte amorose e la cecità della società liberticida ("What's the use of trying?", "Narrowminded people"). Tra le varie composizioni originali, non può certo mancare la cover,il rifacimento di un grande classico "Gloria", che però è stato genialmente stravolto,non tanto nelle sonorità, quanto nel testo(completamente diverso dall'originale dei "Them"). Oltre le influenze psichedeliche, garage-punk, emerge una  sporca venatura, sfumatura blues, presente nella ballata con armonica "Get yourself 'round here". Cosa volete di più dalla vita? di una dose insana di garage-beat?

sabato 1 gennaio 2011

New wave sound

Per incominciare bene l'anno,faccio un  viaggetto  super-rapido nel suono New wave,ripercorrendo brevemente la carriera dei Joy Division e The Sound.


Joy Division ovvero l'area nei campi di concentramento nazisti riservata alle donne imprigionate trattate come prostitute,ma non solo sono anche una delle più importanti e influenti band inglesi del ventesimo secolo,e non sto esagerando.Il gruppo,composto da Bernard Summer,Stephen Morris,Peter Hook e Ian Curtis, si formò a Salford nella contea di Greater nel 1977.Ian Curtis ,il cantante,esprime come un poeta preromantico settecentesco passionalmete la propria inquietudine e angoscia ,sentimenti propri poi anche della gioventù della provincia inglese:la generazione thatcheriana non ha alcuna voglia di sorridere.
Manifesto della "poetica" dei joy division sono i due album:Unknown pleasures e Closer.
"Unknown pleasures" è stato registrato nell'aprile del 1979 presso gli studi Strawberry Studios di Stockport e prodotto dalla Factory records.La copertina presenta un'immagine presa dalla The Cambridge Encyclopedia of Astronomy ,ed realizzata da Peter Saville e Chris Mathan.
Il disco è un viaggio "onirico " guidata dalla voce baritonale di Curtis,che esordisce speranzoso in "Disorder" con la frase "I've been waiting for a guide to come and take me by the hand" ,si lascia trasportare da desideri, sogni,sprofondando nel vortice dell'oblio.L'Iter  è dolcemente alleviato dalle linee di basso di Hook e dalla batteria sempre presente di Morris.
"Closer",registrato a Londra tra il 17 e il 31 Marzo,esce postumo il 18 luglio 1980.L'atmosfera del disco ricorda l'ambientazione del componimento sepolcrale"Elegia scritta in un cimitero di campagna" del poeta settecentesco Thomas Gray ,in copertina è fotografato un paesaggio violentemente malinconico :la tomba della famiglia Appiani al Cimitero monumentale di Staglieno di Genova ,foto scattata da Bernard Pierre Wolff.
Ian Curtis non è più con noi,ma le sue parole sono immortali:LOVE WILL TEAR US APART AGAIN!!!!!!!



Dopo aver parlato dei Joy Division,voglio parlare di un altro gruppo new wave, dimenticato da i più ma vivo nei cuori dei fans:The sound.
I sound, a differenza dei Joy Diviosion non hanno mai raggiunto il successo, le loro canzoni hanno sempre vissuto nell'oscurità e non si sa bene perchè, ma d'altronde questo duro mondo ammette anche le ingiustizie. Il gruppo debutta nel 1980 con "Jeopardy ", che narra magnificamente la desolazione quotidiana, l'inquietudine, l'angoscia giovanile con una sincerità disturbante come nella lentamente dissonante Desire ("In my words...In my eyes...Can't you feel...The desire?"). Nel 1981 esce "From lion's mouth ", le canzoni hanno un tono melodrammatico, le chitarre sono dissonanti e taglienti e il basso è sempre in primo piano. Il successo non arriva, nonostante il talento melodico non resti inosservato: per "All fall down" si fa avanti la Wea. Il contratto con la major non dura molto, i Sound non riescono a sopportare i diktat discografici. "Volevano farci diventare i nuovi Genesis, e sentivamo di avere troppe pressioni attorno. Diventare un gruppo commerciale? Mai!”, spiegherà Michael Dudley. La band preserva la propria autonomia artistica, rifiutando le lusinghe di altre major e optando definitivamente per il mercato indipendente. L'Ep "Shock Of Daylight" (1984) viene così pubblicato per la piccola etichetta Statik.
"Shock Of Daylight" è un mini-album con sei brani, in cui riaffiora lo spirito inquieto delle origini. Nel 1985 viene pubblicato "Heads And Hearts". Il disco presenta un suono raffinato e decadente e contiene la bellissima Total Recall. Nel 1987 esce l'ultimo album dei Sound : "Thunder Up ". L'album racconta la disperata esistenza di uomo che lotta per dare un senso alla sua esistenza e salvare la sua band. Quest'uomo, Adrian borland, non ce la farà e il 26 aprile 1999 si suiciderà sotto un treno alla Wimbledon Station di Londra.